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VERSIONE ITALIANA

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VERSIONE ITALIANA
Sono molti i sigilli presenti in museo associati a storie o personaggi misteriosi ma, tra tutti, il più suggestivo è forse l’esemplare in avorio e argento acquistato da Euro e Lilian Capellini sul mercato antiquario di New York. Inserito in un astuccio di ebano e velluto, il sigillo ha il pomolo raffigurante i volti contrapposti di un giovane uomo barbuto e di un teschio sormontati da una kippah, lo zucchetto ebraico, sulla quale sono tracciati alcuni simboli. L’impronta che il sigillo lascia sulla ceralacca è costituita da una stella a sei punte con al centro una “tau” e le lettere che compongono l’appellativo ADONAI, uno dei nomi di Dio traducibile come “Mio Signore”, inserite tra una punta e l’altra. I simboli dell’impugnatura e il disegno della matrice si possono ricondurre alla Clavicula Salomonis, uno dei più famosi testi di evocazione e controllo dei démoni, attribuito a re Salomone ma, in realtà, steso da un anonimo del XVII secolo. Nella parte interna del coperchio della scatola è stata incollata una tavola ritagliata dal libro The Magus, stampato nel 1801, dove l’autore Francis Barrett elenca i giorni della settimana e i corrispondenti angeli, pianeti, sigilli e cieli. Probabilmente creato per una loggia massonica il sigillo potrebbe raffigurare Hiram Abif, architetto del Tempio di Salomone. -
LIS
Sono molti i sigilli presenti in museo associati a storie o personaggi misteriosi ma, tra tutti, il più suggestivo è forse l’esemplare in avorio e argento acquistato da Euro e Lilian Capellini sul mercato antiquario di New York. Inserito in un astuccio di ebano e velluto, il sigillo ha il pomolo raffigurante i volti contrapposti di un giovane uomo barbuto e di un teschio sormontati da una kippah, lo zucchetto ebraico, sulla quale sono tracciati alcuni simboli. L’impronta che il sigillo lascia sulla ceralacca è costituita da una stella a sei punte con al centro una “tau” e le lettere che compongono l’appellativo ADONAI, uno dei nomi di Dio traducibile come “Mio Signore”, inserite tra una punta e l’altra. I simboli dell’impugnatura e il disegno della matrice si possono ricondurre alla Clavicula Salomonis, uno dei più famosi testi di evocazione e controllo dei démoni, attribuito a re Salomone ma, in realtà, steso da un anonimo del XVII secolo. Nella parte interna del coperchio della scatola è stata incollata una tavola ritagliata dal libro The Magus, stampato nel 1801, dove l’autore Francis Barrett elenca i giorni della settimana e i corrispondenti angeli, pianeti, sigilli e cieli. Probabilmente creato per una loggia massonica il sigillo potrebbe raffigurare Hiram Abif, architetto del Tempio di Salomone. -
ENGLISH VERSION
Many of the seals in the museum are associated with stories or mysterious personages, but perhaps the most intriguing of them is the ivory and silver seal purchased by Euro and Lilian Capellini on the New York antiques market. Placed inside an ebony and velvet case, the seal has a knob showing the counterposed faces of a young bearded man and of a skull surmounted by a kippah, the Jewish skullcap, on which some symbols are traced. The impression the seal leaves on the sealing wax is a six-pointed star with at the centre a “tau”. The letters composing the name ADONAI, one of the names of God translatable as “My Lord”, are inserted between one point of the star and the next. The symbols on the handle and the design of the matrix are an allusion to the Clavicula Salomonis, one of the most famous texts for the summoning and controlling of demons. It was attributed to King Solomon but was actually written by an anonymous author in the 17th century. Glued onto the inside lid of the case is a page from the book The Magus, printed in 1801, where the author Francis Barrett lists the days of the week and the corresponding angels, planets, seals and skies. Probably created for a Masonic lodge, the seal might show Hiram Abif, the architect of the Temple of Solomon.